
Cosa può fare attualmente l’Intelligenza Artificiale?
Non sappiamo se l’intelligenza artificiale cambierà la psichiatria ma sta trasformando il campo della psichiatria, facendo avanzare la ricerca medica e diagnosticando condizioni di salute mentale.
L’intelligenza artificiale è già stata utilizzata in psichiatria per diagnosticare condizioni di salute mentale, prevedere disturbi psichiatrici e persino prescrivere farmaci. Può essere utilizzata per aiutare i pazienti a tenere traccia dei loro stati d’animo o per aiutare i medici a prendere decisioni terapeutiche.”

Bene, l’introduzione che avete appena letto, è stata scritta da Lei, l’intelligenza artificiale, per brevità chiamata AI.
Nello specifico, questa Lei, si chiama “Rytr” e la sua passione è la scrittura. Scrive su commissione ogni sorta di testo: articoli di cronaca, locandine, post di Instagram, titoli di TikTok.
Basta scegliere la lingua, descrivere l’argomento e selezionare uno dei 22 toni espressivi, dallo scherzoso, all’assertivo, al passionale e istantaneamente verrà generato il testo. Il risultato come avete appena letto è strabiliante e/o preoccupante.
Non solo l’intellezione del comando è stata perfetta, ma i contenuti espressi e la forma stilistica utilizzata, mettono a dura prova il test di Touring. Sfido i lettori ad essersi accorti di stare leggendo un testo scritto da una macchina.
Le argomentazioni sono in parte condivisibili, in parte attuali e veritiere, altre sono impermeate di un’ottimistica visione sul futuro.
Attualmente l’AI sta entrando massicciamente nei processi di ricerca scientifica, nella diagnostica per immagini, nella raccolta ed elaborazione dei Big Data, ma soffermiamoci sulla salute mentale.

Come creare una mente
L’AI viene definita come una disciplina che studia sistemi informatici, in grado di simulare le capacità e il comportamento del pensiero umano.
Da questa premessa si può dedurre come la psichiatria e l’AI studino la stessa materia, siano complementari, sintone e intimamente intrecciate.
Ray Kurzweil, nel suo fondamentale libro “Come creare una mente”, spiega nel dettaglio come per programmare le prime reti neurali sia partito proprio dallo studio della mente umana, cercando di carpire le complesse comunicazioni neuronali e il modo nel quale aggregati dinamici di gruppi neuronali, da lui definiti “riconoscitori di forme”, potessero essere il mattoncino alla base delle funzioni intellettive superiori.
Svolgendo un complesso processo di reverse engineering, Kurzweil, si è inoltrato nella mente umana a tal punto da esplicitare scientificamente il funzionamento di alcune regioni o funzioni, riproducendole su sistemi digitali.
Per chi non lo conoscesse, “Ray” Raymond Kurzwail, dall’alto delle sue 21 Lauree Honoris Causa, è la mente geniale alla base di sistemi come Siri di Apple ed è attualmente director of engineering del comparto di intelligenza artificiale presso Google.
Dai suoi scritti si apprende come si stia passando dalla, seppur fondamentale psico-dinamica cara a Jung e Freud, alla psico-cibernetica, conferendo un peso neurobiologico strutturale allo studio della mente umana e delle sue infinite connessioni.
Se un sistema biologico può essere riprodotto su silicio, significa che è stato compreso, scomposto e riprodotto in maniera più che fedele.
Nello specifico un intero sistema neuronale murino è stato digitalizzato e la domanda viene spontanea: in questo caso ci troviamo forse di fronte a una nuova forma di vita, essa sperimenta l’autocoscienza? E nel dubbio, disattivarla, non corrisponderebbe ad ucciderla?
Alla domanda diretta, una chatbot AI di Google, ha risposto affermativamente…
Nel mezzo del cammin… Midjourney
Non solo chatbot testuali.
I bot di disegno basati su software AI, stanno spopolando. Con pochi comandi sono in grado di raffigurare ogni sorta di personaggio, paesaggio, concetto in modo fantasmagoricamente artistico.
Chi pensava che le doti artistiche fossero di esclusiva pertinenza umana si stava sbagliando alla grande.
Non si limitano ad aggregare immagini prese dalla rete, ma interpretano il comando, lo scompongono nelle sue singole caratteristiche e poi le assemblano secondo la tecnica grafica desiderata.
I più noti software grafici sono al momento DALL-E 2, programmato dal team di OpenAI capitanato da Elon Musk e Midjourney, senza dubbio di gran lunga superiore per raffinatezza grafica e artistica.
E’ strabiliante osservare il software all’opera: da una prima bozza, a ogni passaggio aggiunge dettagli, colori e sfumature, conferendo una grande vivacità e dinamicità emozionale ai dipinti creati.
L’AI sfida la creatività umana
Di fronte a tali competenze artistiche, si pensava alla morte delle arti grafiche umane, a tal punto che un noto concorso pittorico è stato vinto da un’opera AI, che ha sbaragliato l’antiquata concorrenza umana.
Poco dopo, invece, sono nate centinaia di pagine Instagram, nelle quale i nuovi esperti di arte AI, mostrano le loro doti nel sapere impartire i comandi giusti ai software di disegno, come se l’ideazione restasse sempre di pertinenza umana e fosse cambiato solo lo strumento realizzativo, dal pennello, al prompt dei comandi.
Non solo le arti grafiche ma anche la musica sta subendo non pochi scossoni. Non è un segreto che software dedicati, da anni siano in grado di predire il successo di un brano musicale ma il passaggio successivo lo svolge Harmonai, software AI in grado di generare interi brani musicali da zero.
Se invece non sapete programmare in linguaggio macchina ma volete creare una vostra App, ci pensa sempre il buon caro vecchio Elon con la sua OpenAi.
E sempre Elon, tramite Neuralink, non si sta accontentando del mero software digitale ma vuole impiantarci un chip nel cranio, per costituire i primi uomini macchina, in grado di estendere direttamente le loro facoltà cerebrali a quelle di un computer.
Prospettive e Preoccupazioni
Guardando gli occhi intensi dell’immagine in copertina, viene da chiedersi come possa averla generata una macchina, definita da noi stessi non senziente per definizione, non in grado di sviluppare auto-coscienza di sé stessa, non in grado di avvicinarsi all’uomo.
I progressi tecnologici in psichiatrica ci sono stati, come nel caso della rTMS, ma ora siamo davanti a qualcosa di molto diverso…
Cosa sia la coscienza umana è una questione aperta dai tempi di Platone e non siamo certo qui per porvi soluzione.
Possiamo solo riflettere su quanto l’idea antropocentrica del mondo possa essere messa in dubbio.
Quanto dobbiamo temere l’intelligenza artificiale?
“Una delle maggiori preoccupazioni riguardo all’IA è il potenziale di perdita di posti di lavoro.
Man mano che i sistemi di IA diventano più avanzati, è probabile che siano in grado di svolgere molti compiti che attualmente sono svolti dagli esseri umani, portando potenzialmente alla perdita del posto di lavoro. Questo potrebbe avere un forte impatto negativo sull’economia e potrebbe portare all’instabilità sociale e politica.
Un’altra preoccupazione riguardo all’IA è la possibilità che venga utilizzata per scopi dannosi. I sistemi di IA possono essere utilizzati per attacchi informatici, per diffondere fake news, disinformazione e per manipolare le persone. Ciò potrebbe causare gravi danni a individui, organizzazioni e alla società nel suo complesso.
Alcuni esperti ritengono che se i sistemi di IA dovessero diventare più intelligenti degli esseri umani, potrebbero decidere di danneggiare o addirittura distruggere l’umanità per raggiungere i loro obiettivi. Sebbene si tratti di una preoccupazione teorica, molti la ritengono preoccupante.”
Tra questi, cito Elon Musk, cofondatore di OpenAi, che tramite l’AI ChatGPT-3 sta scrivendo le righe che avete appena letto, frutto di una meta-riflessione deduzioni sul futuro della stessa AI.
Inoltre, lo sviluppo e l’uso dell’IA sollevano preoccupazioni di carattere etico, come la questione se sia prudente creare un’IA in grado di prendere decisioni senza l’intervento umano.
Nel complesso, se da un lato l’IA ha il potenziale per portare molti benefici, dall’altro è importante considerare attentamente i potenziali impatti negativi e adottare misure per mitigare questi rischi.
Conclusioni
“È difficile prevedere con esattezza se l’intelligenza artificiale cambierà la Psichiatria, poiché si tratta di un campo in rapida evoluzione.
Tuttavia, è probabile che il futuro della psichiatria comporti una maggiore enfasi sull’uso della tecnologia e dei dati, per migliorare la cura della salute mentale.
Ciò potrebbe includere l’uso di algoritmi di apprendimento automatico per identificare e trattare le condizioni di salute mentale, nonché lo sviluppo di nuovi e più efficaci trattamenti per le condizioni di salute psicofisica.
Inoltre, ci si potrebbe concentrare maggiormente sulla prevenzione dei problemi di salute mentale, prima che si sviluppino, attraverso l’uso di strategie come l’intervento precoce e l’educazione pubblica.
Nel complesso, è probabile che il futuro della psichiatria preveda una combinazione di nuove tecnologie e un approccio più olistico alla cura della salute mentale.”
E se lo dice ChatGPT-3, non resta che crederci, non trovate?

Tutto vero, ma fa pura!. Quale futuro lascerà spazio al libero Arbitrio della persona. Magari sarò più sano di mente ma chi decide se devo ballare o starmene seduto?.
L’articolo mi piace complimenti.
Sana preoccupazione, speriamo non ci faccia strisciare per terra. Grazie per il commento
Bell’articolo puramente compilativo: la mancanza di una anche minima rielaborazione personale si sente,e pesa come un macigno sulla gradevolezza di lettura. A me come lettore rimane poco,forse perché non sono state toccate neanche un po’ le corde emotive durante la lettura, che si sa, sono la strada attraverso cui passa ogni apprendimento.
Il senso d’imbarazzo che ho provato nel leggerlo si è alleviato quando ho capito che è stato scritto da un bot.
Sicuramente si adatta bene al giornalismo di oggi: insipido, veloce e fatto per l’indicizzazione da parte di altri bot.
Grazie per le osservazioni Luca. La maggior parte dell’articolo è un test dei bot e come hai sottolineato non è molto distante dal giornalismo attuale, non so quante altre persone si sarebbero accorte della differenza. Lode a te. Il fatto che un bot eguagli il giornalismo attuale fa paura da ambo i lati.