
Cosa si intende per “Colloquio Digitale”? Questa domanda non poteva che essere al centro del primo articolo sul tema della Psichiatria Digitale in cui parlo di come la tecnologia stia di fatto cambiando il modo in cui gli esperti di Salute Mentale possono accedere alle informazioni dei pazienti, superando le difese personali degli stessi e arrivando, alle informazioni fornite direttamente dall’utente stesso ai propri dispositivi digitali.
Uno degli aspetti più interessanti del colloquio digitale è la possibilità di abbattere le barriere della comunicazione terapeutica tradizionale, spesso, infatti, chi affronta un disagio psicologico fatica a esprimere apertamente le proprie emozioni in un setting clinico tradizionale. Attraverso strumenti digitali, come chat e videochiamate, i pazienti possono interagire con maggiore spontaneità, riducendo l’ansia da prestazione e facilitando un accesso più autentico alle proprie difficoltà. Inoltre, la tecnologia consente di raccogliere dati in modo più dinamico e continuativo, offrendo una prospettiva più ampia sul benessere mentale della persona.
Questo approccio non intende sostituire il colloquio tradizionale, ma piuttosto integrarlo, fornendo nuove opportunità per una relazione terapeutica più fluida, adattabile e vicina alle esigenze dei pazienti di oggi.
“Non solo si sta dimostrando come i livelli di apertura personale nei confronti di un device siano eccellenti ma che vi sia una naturale tendenza a dichiarare il vero…”
Per capire la mia opinione sull’importanza di fornire ai pazienti l’opzione del colloquio digitale puoi trovare l’articolo completo sul portale italiano di Psichiatria Digitale, buona lettura.
Puoi scoprire di più sul connubio reale/digitale, mio maggiore campo di interesse, direttamente alla pagina del mio sito “Chi sono”.
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