
DETERMINISMO NEURALE E LA PRECEDENZA DELL’ATTIVITÀ CEREBRALE
Il libero arbitrio è un’illusione o fa parte della realtà? Il libero arbitrio rappresenta una delle questioni più dibattute all’interno della filosofia della mente e delle neuroscienze cognitive. Autori come Daniel Dennett e Patrick Haggard hanno esplorato il concetto attraverso modelli di coscienza e decisione, mentre studi neuroscientifici, a partire dalle ricerche pionieristiche di Benjamin Libet, hanno sollevato interrogativi sulla precedenza dell’attività cerebrale rispetto alla percezione cosciente della scelta. Il quesito centrale è se l’individuo sia un agente consapevole delle proprie decisioni o se il senso di autonomia sia una costruzione post hoc del sistema nervoso. L’evidenza neuroscientifica ha progressivamente minato l’idea di una volontà autonoma, suggerendo che i meccanismi cerebrali inconsci precedano e condizionino la percezione soggettiva della scelta.
Studi pionieristici come quelli di Benjamin Libet hanno mostrato che il potenziale di prontezza (Readiness Potential), un segnale elettrofisiologico associato alla preparazione dell’atto motorio, precede la consapevolezza soggettiva della decisione di agire. Questo implica che il cervello predisponga l’azione prima che il soggetto sperimenti il senso di aver preso una decisione. Tale fenomeno pone interrogativi fondamentali sulla natura della libertà di scelta e sulla possibilità che il libero arbitrio sia un’illusione generata dalla coscienza.
IL MODULO INTERPRETE E LA COSTRUZIONE DELLA NARRAZIONE PERSONALE
Le ricerche sui pazienti commissurotomizzati, ovvero con sezione del corpo calloso, hanno rivelato il ruolo cruciale dell’interprete neurale, funzione attribuita all’emisfero sinistro, nella costruzione di narrazioni coerenti per spiegare le azioni anche quando manca una consapevolezza diretta della loro origine.
- L’emisfero sinistro elabora spiegazioni per azioni eseguite inconsapevolmente dall’emisfero destro.
- Tali giustificazioni possono essere errate, ma sono comunque percepite dal soggetto come verità soggettiva.
Se la coscienza è, almeno in parte, una costruzione narrativa generata per mantenere un senso di continuità dell’esperienza, il libero arbitrio potrebbe essere interpretato come un fenomeno emergente piuttosto che come un’entità ontologica indipendente. Questa prospettiva è sostenuta da Daniel Dennett, che nel suo Consciousness Explained ha delineato una visione della coscienza come un insieme di rappresentazioni modulari in costante aggiornamento. Analogamente, Michael Gazzaniga, attraverso i suoi studi sui pazienti commissurotomizzati, ha evidenziato come l’interprete neurale dell’emisfero sinistro costruisca retrospettivamente narrazioni coerenti per spiegare le azioni, anche in assenza di una reale consapevolezza delle loro cause. Queste osservazioni suggeriscono che la percezione del libero arbitrio possa essere un’illusione funzionale, un meccanismo evolutivo utile per ottimizzare il comportamento e l’adattamento sociale.
L’ILLUSIONE DEL LIBERO ARBITRIO COME VANTAGGIO EVOLUTIVO

Alcuni neuroscienziati e filosofi della mente ipotizzano che, pur essendo un’illusione, il libero arbitrio possa avere una funzione adattativa. La credenza nell’autodeterminazione favorisce la regolazione sociale e la responsabilità individuale, risultando vantaggiosa in termini evolutivi.
- La percezione di controllo è essenziale per la motivazione e il benessere psicologico, come dimostrano gli studi di Deci e Ryan sulla teoria dell’autodeterminazione, che evidenziano come il senso di agency e competenza sia cruciale per il benessere individuale e la regolazione emotiva. Inoltre, ricerche neuroscientifiche condotte da Richard Davidson suggeriscono che la percezione di controllo modula l’attività della corteccia prefrontale e dell’amigdala, influenzando la resilienza allo stress e la regolazione affettiva.
- Le strutture normative della società si basano sull’assunto della responsabilità individuale.
Se il libero arbitrio fosse completamente inesistente, le implicazioni per l’etica e la giurisprudenza sarebbero significative, richiedendo una revisione radicale dei concetti di colpa e merito.
EMERGENTISMO, NEUROPLASTICITÀ E IL SUPERAMENTO DEL DETERMINISMO
Le neuroscienze contemporanee suggeriscono che, sebbene il comportamento umano sia profondamente influenzato da fattori biologici e ambientali, non sia rigidamente deterministico.
Due concetti fondamentali supportano questa prospettiva:
- Teoria dell’emergenza: la coscienza non è un mero epifenomeno della neurochimica, ma emerge dall’interazione dinamica di reti neurali distribuite.
- Neuroplasticità: l’apprendimento e l’esperienza modificano le strutture cerebrali, indicando che gli schemi di pensiero e comportamento possono essere modulati attraverso l’intervento psicoterapeutico e il condizionamento cognitivo.
CONCLUSIONE
Il libero arbitrio, seppur messo in discussione dalle neuroscienze, non è necessariamente riducibile a una dicotomia tra determinismo assoluto e autonomia totale. Piuttosto, può essere considerato una proprietà emergente della complessità neurale, influenzata da fattori biologici, psicologici e ambientali. Il problema cruciale non è se siamo liberi, ma in che misura possiamo esercitare un controllo effettivo sulle nostre scelte all’interno di un sistema neurale dinamico e plastico. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale dobbiamo allacciare le cinture di sicurezza e prepararci a varcare i confini del concetto stesso di libero arbitrio.
Ecco un elenco della bibliografia con le principali fonti citate nell’articolo:
- Dennett, D. C. (1991). Consciousness Explained. Little, Brown and Company.
- Gazzaniga, M. S. (2011). Who’s in Charge? Free Will and the Science of the Brain. HarperCollins.
- Libet, B. (1985). “Unconscious Cerebral Initiative and the Role of Conscious Will in Voluntary Action.” Behavioral and Brain Sciences, 8(4), 529-566.
- Haggard, P. (2008). “Human Volition: Towards a Neuroscience of Will.” Nature Reviews Neuroscience, 9(12), 934-946.
- Wegner, D. M. (2002). The Illusion of Conscious Will. MIT Press.
- Deci, E. L., & Ryan, R. M. (1985). Intrinsic Motivation and Self-Determination in Human Behavior. Springer.
- Davidson, R. J., & McEwen, B. S. (2012). “Social Influences on Neuroplasticity: Stress and Interventions to Promote Well-Being.” Nature Neuroscience, 15(5), 689-695.
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