Chi era Kary Mullis?
Kary nasce nel 1944, in Nord Carolina.
Fin da piccolo gioca con la scienza. Cresce tra pozioni esplosive, combattimenti tra insetti catturati in giardino e costruzioni di razzi artigianali. Come lui stesso afferma: “negli anni 50 in America, i ragazzini erano autorizzati a giocare con robe strane: potevamo andare dal ferramenta a comprare 30m di miccia per la dinamite e maneggiare composti per i quali ai giorni d’oggi servirebbe un permesso governativo, nonché un tuta piombata.”
Cito le sue parole: «a Natale del 1951, ricevetti in regalo il Piccolo Chimico. La prima cosa che riuscì a sintetizzare fu un composto simile alla Termite, allora utilizzata per fondere i binari del treno. Avevo messo insieme polvere di alluminio, nitrato di ammonio e li scaldai su un fornello Bunsen. Quando tolsi il contenitore dal fuoco la reazione proseguì, la miscela divenne incandescente, spaccò la provetta e fuse il pavimento di casa.
“Avevo solo 7 anni, non sapevo cosa fosse successo ma decisi che la scienza fosse divertente.”
La vita “Accademica”
Nel 1966 Kary si Laurea in Chimica ad Atlanta.
Proprio in quell’anno l’LSD venne dichiarato illegale, ma ciò non diminuì la voglia del giovane Mullis di provare gli effetti degli allucinogeni.
Del resto, sostiene di aver fatto uso di droghe si dalla giovane età, quando la madre gli somministrava barbiturici per dormire e il Paregorico, una soluzione alcolica di oppio al 10%. Sostanze del tutto legali in quell’epoca…
Mullis è sempre stato affascinato dall’LSD, ritenendolo capace di amplificare la percezione sensoriale.
Nella sua autobiografia intitolata “Ballando nudi nel campo della mente“, descrive esperimenti telepatici sotto effetto dell’ acido lisergico, effettuati con un collega biochimico. I due, nel silenzio più totale e in uno stato di meditazione, tentavano di entrare in contatto mentalmente. L’ obiettivo era pensare entrambi la stessa parola e poi scriverla su di un foglio di carta. Ci sono anche descrizioni di “trip” finiti male, come quando una dose eccessiva di una droga, da lui sintetizzata, lo imprigionò in un “baratro mentale” per giorni.
Nonostante tutto ciò, divenne stufo della vita accademica e decise di non proseguire gli studi.
Per due anni gestì una panetteria di un amico in California, dedicandosi nel tempo libero alla cosmologia, alla fisica sub-atomica e alla fantascienza, argomenti non troppo affini alla panificazione. Sotto la spinta di alcuni colleghi decise di condensare i suoi sforzi in un articolo scientifico e di inviarlo ad alcune riviste in auge a quei tempi.
La rinascita
L’articolo in questione è qui a destra: riguarda la sua presunta scoperta di una particella sub-atomica contrassegnata da uno spin negativo, la quale starebbe di fatto viaggiando all’indietro nel tempo.
Saranno stati gli acidi, l’eccessiva spensieratezza o l’aria della California a spingere Kary nella submission a Nature, ma contro ogni pronostico, come spesso avviene nella ricerca, l’articolo venne approvato, riportandolo di colpo nel mondo accademico.
Nel 1972 tra esperienze psichedeliche, surf e quattro matrimoni finiti, ottiene un dottorato di ricerca in biochimica a Berkeley. Completa poi due anni di post-dottorato in chimica-farmaceutica presso l’Università di San Francisco.
Anche nella ricca California la ricerca pubblica non navigava nell’oro, e le finanze iniziavano a scarseggiare, motivo per il quale accettò la proposta lavorativa di un collega presso la società privata Cetus Corporation, attiva ancora oggi, occupandosi per sette anni di studi sul DNA.
L’ entusiasmo non mancava e la sua mente continuava a immaginare, finché…
…nel 1983 in un normale venerdì notte, Mullis, per trascorrere un week-end romantico con la sua ragazza Jennifer, sta andando con una Jeep nel suo cottage a Mendocino, tra le campagne californiane. Nella sua mente, i pensieri si mescolano con provette, enzimi e frammenti di DNA, quando un’idea fece breccia nella sua testa:
“Sbottai e mollai l’acceleratore. Ero in discesa e la macchina si infilò a ruota libera in una curva. Mi fermai. Un gigantesco ramo di ippocastano sporgente strusciò sul finestrino dalla parte di Jennifer che scocciata voleva proseguire ma le risposi che mi era appena successo qualcosa di incredibile. Lei sbadigliò, appoggiandosi al finestrino per rimettersi a dormire.”
“Mi misi a scrivere in fretta e spezzai la mina, poi trovai una penna: ebbi la certezza che 2 alla decima facesse 1024. Credo di avere sorriso. Se avessi ripetuto 10 volte questa nuova reazione avrei ottenuto migliaia di copie di un pezzo DNA. 20 cicli mi avrebbero dato un milione di copie. 30 cicli un miliardo. Sentivo ancora il profumo degli ippocastani ma si stava facendo sempre più lontano. Circa un miglio più avanti verso il fondo del canyon mi fermai di nuovo.”
“Avevo appena percepito una nuova meravigliosa opportunità: non solo potevo produrre un’ infinità di copie, di DNA, ma sarebbero state tutte della stessa dimensione. Al diavolo Jennifer, ho appena risolto i due problemi più importanti della chimica del DNA. E ci ero riuscito in un colpo solo.”
“Fermai la macchina in una bella piazzola tranquilla e mi dedicai a riflettere sulle conseguenze: questa semplice tecnica avrebbe consentito di produrre copie a volontà di qualsiasi sequenza DNA, e chiunque al mondo avrebbe voluto utilizzarla. Si sarebbe diffusa in tutti i laboratori di biologia del mondo, sarei diventato famoso, avrei vinto il Nobel.”
Il Premio Nobel
Tre anni dopo l’idea si concretizzò e venne scritto il primo articolo scientifico di una nuova e rivoluzionaria tecnica da lui chiamata Reazione a Catena della Polimerasi (PCR).
Dati i pregressi successi e l’aria di Nobel, scrisse a Nature, ma come spesso accade per le grandi scoperte, anche la sua non venne valorizzata e l’articolo fu scartato.
Kary si sentì deluso, amareggiato, rifiutato da una comunità scientifica volatile e aleatoria. Decise di pubblicare comunque il suo articolo ma su di una rivista minore, sotterrando le sue speranze di gloria…
Passano gli anni e in una mattina del 1993, Kary si trovava sulle onde di Malibù quando vide uno stuolo di giornalisti accalcarsi sulla spiaggia che lo incitavano a rientrare a riva. C’era il sole, faceva caldo e soprattutto le onde erano incredibili. Per nessun motivo al mondo sarebbe tornato a terra e per pura curiosità ci fece andare un suo amico surfista, per vedere cosa stava succedendo…
Stava succedendo che Kary era stato appena insignito del Premio Nobel per la Chimica, con relativo invito a Stoccolma per la cerimonia di rito e il ritiro della medaglia, con un premio in denaro di 10 milioni di corone svedesi, pari a circa un milione di euro.
La tecnica della PCR
La PCR ricostruisce in vitro uno specifico passaggio della duplicazione cellulare: la sintesi di un segmento di DNA a doppia elica, a partire da un filamento a singola elica. Il filamento mancante viene ricostruito a partire da una serie di nucleotidi che vengono disposti nella sequenza complementare a quella del DNA nativo.
Questo processo viene svolto in natura da enzimi chiamati DNA-polimerasi, che sono in grado di sintetizzare progressivamente un nuovo filamento di DNA nelle seguenti condizioni:
- devono essere disponibili i nucleotidi da polimerizzare sotto forma di desossiribonucleosidi trifosfati (dNTP);
- il DNA deve essere denaturato, ovvero le due eliche che compongono i filamenti devono essere separate dalla DNA-elicasi; Le polimerasi scelte furono quelle di Escherichia Coli;
- il segmento da ricostruire può essere soltanto prolungato, ovvero non è possibile sintetizzare un nuovo filamento a partire da zero;
- devono inoltre essere rispettate opportune condizioni di temperatura, pH.
Polemiche e Fake News
La PCR è senza dubbio una delle più tangibili rivoluzioni del mondo della biochimica.
Sono susseguite ripercussioni dirette in ambito medico, dalla ricerca di malattie genetiche, all’isolamento di specifiche sequenza di DNA e alla ricerca di particelle virali, tecnica sfruttata anche per gli attuali tamponi molecolari per la ricerca del SARS-CoV-2 (COVIS-19).
Nonostante ciò, alcune osservazioni preliminari di Mullis sulla sua tecnica, vengono attualmente strumentalizzate per la diffusione di Fake News sulla presunta inefficacia dei tamponi molecolari nella ricerca di particelle virali, niente di più falso e pericoloso.
Diffondere falsi dubbi nella popolazione in una fase così delicata rischia solamente di creare panico e perdita di speranza, in una fase in cui ogni piccola certezza può diventare vitale.
Conclusioni
Questo eclettico scienziato ha dimostrato come la vita non debba essere necessariamente scandita da parametri imposti e pre-confezionati.
Chiunque lo avesse visto lavorare in una panetteria con una Laurea gli avrebbe dato del fallito, non immaginando di certo le potenzialità da premio Nobel.
Non tutti siamo Mullis, Jobs o Elon Musk, ma ognuno di noi ha il suo percorso, la sua missione, il suo unico e personale percorso di ricerca della felicità.
Il messaggio che più di altri ci ha lasciato Kary è che una mente elastica, curiosa e magari un pò folle, possono toglierci dalle spalle pregiudizi, dogmi e imposizioni, che rischiano di rendere ogni giorno un triste strazio.
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